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E'stato espletato il postremo atto del trattato relativo la regoular-season. Il commiato per la Gescom ha riservato una tenzone inadempibile dinanzi la pluridecorata decuria lariana, capace nell'ultimo decennio di instaurare una regale epopea, inframmezzata nelle ultime 12 stagioni, soltanto dai transeunti epinici di Priolo e Parma. Un complesso quello insubre, che è una sorta di prisma a plurime facce, un agglomerato di baritoni e tenori, fiorettiste e sciabolatrici, predite in ogni postura di una lautezza ed una dovizia di soluzioni irraggiungibili per le altre formazioni come la celeberrima "ultima Thule". Ma prima di vivisezionare i temi concernenti questa tenzone, ci terrei a menzionare una sesquipedale sorpresa, che le 10 alfiere della Tuscia, mi hanno riservato nel preambolo. Infatti le 10 vessillifere della Gescom nella fase di ricognizione, si sono presentate con una maglia lattescente, guarnita in cobalto dagli appellativi che le gli affibiato, e dietro, annesso al loro canonicale numero di maglia, vi era coniugato un ghiribizzoso "slogan", corrispondente a:"Stoppani sindaco". Devo affermare senza alcuna reticenza, che questo filantropico gesto tributatomi, ed ideato all'unisono dalle giocatrici, mi ha inondato il precordio di gioito, e nel contempo mi ha lasciato totalmente basito, di salgemma. Mi sembra anapodittico perciò porgere i miei più candidi ringraziamenti alle 10 paladine della Tuscia. Questa suggestiva guisa, non me la oblierò, ma la custodirò nella mia rattenitiva come un bagaglio all'interno della stiva. Archiviata questa digressione, che mi auguro non venga interpretata come una sorta di auto apologia, la Gescom si è congedata dal proprio popolo, venendo conquisa dalle antropofaghe lariane, che dopo una prima crittografica frazione, all'uscita dallo sciovernamento nell'apoditerio, hanno saputo dialogare simbioticamente, sermocinando lo stesso idioma cestistico. Infatti i primi 20 minuti sono stati di matrice viterbese, con la Fossati band, che dopo essersi aritmeticamente issata al pinnacolo, non aveva certo l'appetenza pantagruelica di un naufrago alla deriva su una zattera. Ma nella ripresa, le eponime lariane, frequentatrici del Parnaso muliebre, sono riuscite a dipanare il trend della certame sotto la propria egida, facendo leva sull'estrosa Zara, tramutatasi a bussola capace di orientare, ed ispirare l'estro delle mentori. Per giunta il ko, non è certo algogeno per la Gescom, che anzi, soccombendo, ha evitato di imbattersi nella stagione ventura in un girone ad indicibile quoziente difficoltoso, evitando un disameno iter con Como, Parma, Rovereto. L'imminente futuro, vedrà ora sulla scena della ribalta l'entourage viterbese, che con alacrità, e sedulità cercherà di potenziare un organico che necessita di 2, 3 ritocchi mirati, di lignaggio, che possano puntellare un nucleo già di per se monolitico. Personalmente, ho una placidità olimpica, e un'ingente fidanza, dato che l'organigramma viterbese, capitanato dal capostipite Lega, è stato sempre protagonista di una campagna rafforzamenti contraddistinta da scelte ponderate, oculate, preludio al perseguimento degli obiettivi prefissatisi in sede di vigilia. Ma il sezzaio rendez-vous stagionale, doveva emettere verdetti e responsi palesemente delicati, alludo alla lotta attinente la permanenza nel gotha della massima divisione. Il ballottaggio tra Vicenza e Termini Imerese, se l'è aggiudicato quest'ultima, che profligando nella faida trinacra un'acquiescente Priolo, ha inferto la mannaia alla decaduta franchigia berica. Infatti le vicentine, sono soffocate sotto le spire teatine, al termine di una trafelante maratona, coniugante la postilla ed il supplemento di un over-time thrilling, che ha fatto subissare nella Geenna della A2, una Vicenza, che si è protratta caducamente nella massima divisione. Stati d'animo diametralmente antitetici ovviamente, nelle magioni terminane e beriche; giulebbe al plafond per Termini Imerese, la cui insperata risalita della china è avvenuta grazie alle portentose falcate di un'antilope; di contro Vicenza, è in preda ad un iperbolico stato di merore e disforia, per una retrocessione urente, ustoria, che soltanto qualche ebdomada or sono, appariva inipotizzabile. Per il resto, il busillis concernente il secondo posto si è sciolto in favore di La Spezia, che saccheggiando il feudo ducale, ha rinculato Taranto al terzo androne. Inibito il periodo di abento, già nella compietà di oggi, si alzerà il preclaro sipario dei play-off. Occhi di bue puntati soprattutto su Rovereto-Parma e La Spezia-Schio, con le scledensi che poscia esser uscite dai flutti di un mare nembose, saranno la classica mina arrembante pronta a deflagrare a scapito delle razzenti ligustiche. Incertezza ad libitum si prospetta e si profila anche nella discettazione tra Rovereto e Parma, con le campionesse italiche di 2 anni or sono, che dovranno sovvertire il fattore campo, ed un pronostico ostile. Sulla carta invece Alessandria , e Chieti, non sembrano avere le munizioni per calterire e scalfire gli usberghi d'acciaio, di Como e Taranto, a mio avviso le maggiori indiziate a contendersi il tricolore nell'atto decretorio.
Un saluto da Alessandro Stoppani, alexstop1@libero.it
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