La prima ragazza di cui mi innamorai veramente, e per innamoramento intendo quella cosa che ti prende lo stomaco e non sai bene che cosa sia ma ogni volta che pensi a lei ti stringe forte lo stomaco e non sai che cos'è tanto che nei casi più gravi vai dal medico che per prima cosa ti fa fare una TAC per escludere brutti mali (respiro perchè l'ho scritta tutto d'un fiato), è stato a Forlì nel 1978 e lei si chiamava Rita. Io non andai dal medico ma pensai, in prima istanza, ad un brutto male.
Adesso questa notizia non è fondamentale in questo mio diario dell'anno in corso ma ha un suo senso all'interno delle piccole cose di cui stiamo parlando, il senso vero della vita (oddio magari esagero) che allora per me si chiamava Rita e che adesso si chiama... bella domanda come si chiama adesso? Facile dire che porta il nome di mia moglie ma è vero? Insomma l'innamoramento è chimica l'amore è costruzione per cui potremmo essere su due piani diversi? Diciamo di si, per quieto vivere, e andiamo avanti nella nostra storia che poi è sempre la stessa, uguale per tutti, l'innamoramento che scatta per chissà quale ragione, chissà come, chissà dove e che in questo caso è per la prima volta, per cui sconvolgente per la nostra ignoranza della materia che ci fa stringere lo stomaco e diventa un "è bello pensare a lei, guardare lei, sognare lei...".
Nel mio caso avvenne per Rita, per l'appunto, una ragazza un po' più grande di me che suonava il pianoforte al Liceo Musicale di Forlì di cui frequentavo i saggi musicali seguendo il mio amico Mario che invece suonava il flauto. Lo so, lo so se avessi detto che suonava la tromba voi tutti avreste pensato alla famosa battuta ma quello che voglio raccontare è tutta un'altra cosa. E' il racconto del ricordo di una cosa bella vissuta insieme a qualcuno che adesso non c'è più, e allora buttiamo giù i ricordi per non dimenticarli; e di tutto quello che avrebbe potuto esserci ma che piano, senza ragione apparente ma una ragione c'è, scompare. Quel morso allo stomaco appunto, che non è fame, non è una brutta malattia, non è amore... è innamoramento.
Rita me la ricordo bellissima e come potrebbe essere altrimenti, sono passati così tanti anni che se l'incontrassi per strada molto probabilmente nemmeno la riconoscerei eppure il ricordo delle sensazioni è talmente vivo che ogni volta che ci penso mi prende un po' di morso allo stomaco e allora mangiucchio qualcosa per farmelo passare. Sai l'ulcera, piccoli pasti frequenti per un po' di sollievo, ma io l'ulcera non ce l'ho e ingrasso a dismisura.
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