...e se di nulla si parla è del nulla che si deve riflettere...
Tornato a scuola dopo l'infortunio le cose inizialmente andavano parecchio bene, forse perchè la maestra e i compagnucci si sentivano in colpa per quello che mi era successo, forse perchè ero io che mi sentivo euforico per il mio ritorno e un po' come un eroe di guerra sfoggiavo il mio infortunio, nemmeno fossi un Marines reduce da Omaha Beach, uno dei pochi che ce l'aveva fatta. Insomma facevo il gradasso in giro per la scuola fino al giorno in cui un compagnuccio stanco di starmi a sentire mi mollò una centra spettacolare con tanto di giravolta e non solo, la maestra smise di trattarmi come il suo prediletto e cominciò a pretendere da me studio e applicazione. Ma come, ero sopravvissuto ad uno dei più grandi massacri della storia e adesso mi trovavo a dover combattere con aste, misteriosi ideogrammi appiccicati al muro e i pennarelli Carosello che regalavano le figurine. Non ero pronto, non ero preparato ad affrontare tutto questo, mi avevano raccontato un sacco di cose nei lunghi mesi passati tra ospedali e ambulatori con le infermiere che facevano a gara a chi fosse la mamma più dolce e adesso sono di nuovo nel brutto edificio e dopo aver perso l'innocenza... assaporo la sconfitta, quella più inattesa perchè insospettabile, la prima, incosapevole, inafferabile, inaccessibile, eterna perchè compresa solo lustri dopo. Mi avevevano disegnato un prato verde con tante margherite ma si erano dimenticati di recintare il pozzo nero e ci ero finito dentro e non lo sapevo, lo avrei scoperto solo tanti anni dopo, troppi anni dopo. Avevo visto un cielo azzurro ma l'uccellino passando mi aveva scagazzato in testa, e... 0 a 1 palla al centro!
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